Attività clinica

La verità è collocata nello spazio tra le persone, come il silenzio che dà forma alla musica
De Nicola (2001, p. 303)

Sono convinta che la relazione terapeutica debba costituirsi innanzitutto come un incontro autentico con il paziente, sia esso un individuo, una famiglia o una coppia. All’interno di questo incontro può aprirsi la strada che, attraverso la ricerca di un senso alla propria sofferenza, porti a guardare al futuro in modo nuovo, creativo e vitale.

Clinical activities

truth is between people, like silence models music” De Nicola (2001)

I believe that therapeutic relation should be built as a genuine encounter between people: the therapist and the patient (individual, couple or family).

Inside this encounter, looking for the meaning of your suffering, you can discover a new vital and creative way to look at yourself, your life and your relationships.

Terapia individuale

Spesso capita che i propri disagi, fatiche o dolori siano vissuti individualmente e che, sempre in autonomia, si decida di ricercarne il senso e trovare una strada per farvi più serenamente i conti.Questo è il caso della terapia individuale, nel quale un singolo individuo prova a mettersi in gioco in questo viaggio di scoperta.

Nel mio lavoro mi occupo di disturbi d’ansia, depressione, lutti, traumi, disturbi psicosomatici, disturbi dell’infanzia (disturbi relazionali e del comportamento) e dell’adolescenza (dipendenze, depressione, disordini alimentari).

Pur relazionandomi in questo caso ad un solo individuo, credo fermamente sia necessario tener conto del suo contesto relazionale e familiare. La famiglia, la sua storia e le relazioni che la costituiscono, infatti, pur nell’assenza fisica, costituiranno una linfa vitale per il lavoro terapeutico.

Terapia di coppia

Al giorno d’oggi la coppia è il sistema relazionale che si trova più in difficoltà. Sono aumentati drasticamente i divorzi e le separazioni in diverse fasi dell’evoluzione della coppia: dalle più precoci, con separazione di coppie ancora in formazione, alle più avanzate, dopo 20-30 anni di matrimonio. Molti sono i fattori scatenanti: dal decadere del mito dello stare insieme per le apparenze al più ampio disagio relazionale in cui siamo chiamati a vivere. Sembra che l’ambizioso e faticoso progetto di “far incontrare due unità capaci di dialogare in modo armonico e duraturo” (Andolfi, 2001) sia sostenibile solo da pochi fortunati.

Spesso il disagio della coppia emerge attraverso i sintomi di un bambino o di un adolescente, altre volte la consapevolezza del disagio o una conflittualità marcata portano un partner o entrambi a chiedere aiuto.
Entrambe queste situazioni permettono ai partner di riflettere sul proprio rapporto e poter attivare risorse per un cambiamento.

Terapia familiare

È il primo sistema in cui siamo inseriti e siamo accompagnati al mondo. Per questo motivo è così importante tenerne conto nel lavoro terapeutico e, quando possibile, coinvolgere tutta la famiglia nucleare o estesa. Come dice il prof. Andolfi, il fondatore della mia scuola di psicoterapia, “La famiglia è un laboratorio di ricerca e conoscenza di sé” e quando tutti i membri sono coinvolti consapevolmente in un processo di cambiamento, esso sarà più solido, la famiglia più flessibile e capace di affrontare momenti di crisi e di sofferenza.

Spesso sono i figli a manifestare un sintomo, a chiedere aiuto attraverso di esso, che sia il disturbo comportamentale di un bambino, la chiusura relazionale di un figlio adolescente, un disturbo alimentare, un problema di enuresi nell’infanzia. Dietro a tutto questo è spesso celata una sofferenza più grande, che riguarda tutta la famiglia e che affrontata insieme porta ad un cambiamento e ad una maggiore serenità di tutti i membri della famiglia.